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lunedì 15 novembre 2021

Giornalismo populista o giornalisti populisti?

La crisi irreversibile in cui si sta dibattendo la stampa italiana, con perdite di migliaia e migliaia di copie vendute ogni anno è come un gatto che si mangia la coda:

Più perde lettori più diventa becera e populista nel tentativo di recuperarli, e così facendo invece continua a perdere lettori, quelli buoni, che amavano la buona stampa, obiettiva anche se di parte, seria e ponderata.

Anche qui il Populismo, sembra pagare, ma non paga mai.

Il dibattito su La 7 con Matteo Renzi è un esempio palese di quanto sia caduto in basso il giornalismo italiano.

Passi per Travaglio da anni direttore di un giornale scandalistico e populista, sponsor del movimento di Grillo, populista per eccellenza, che ha messo in scena il suo consueto personaggio da avanspettacolo, ma vedere i comportamenti della Gruber e del Direttore Giannini ha fatto veramente cadere le braccia.

Giannini è il direttore della Stampa, una dei più antichi, importanti e autorevoli quotidiani nazionali che ha visto come direttori o firme illustri alcuni dei più grandi giornalisti italiani: da Luigi Einaudi a Curzio Malaparte, da Alberto Ronchey a Alessandro Galante Garrone, da Norberto Bobbio a Arrigo Levi, da Enzo Biagi a Paolo Mieli, Ezio Mauro e molti altri ancora.

Vedere un Direttore della Stampa scadere a domande tipicamente populiste con un leader nazionale di partito è già difficile da comprendere, ma vedere il Direttore Giannini mentire spudoratamente, più volte, nonostante Renzi lo avesse avvisato che avrebbe pubblicato documenti inequivocabili delle sue menzogne, fa veramente pena.

E’ questo il Direttore di uno dei più grandi giornali italiani?

Non si offendono così centinaia di migliaia di lettori della Stampa, ma anche di tutta Italia?

Credo che Direttori come Ronchey o Levi, incappati in una situazione come questa, si sarebbero immediatamente dimessi.

Ogni ora che Giannini rimane ancorato al suo seggiolone di Direttore è una coltellata al prestigio del suo giornale e alla categoria dei giornalisti.

Un particolare giudizio va dato a Lilly Gruber, già Parlamentare Europeo PD, che dimenticando ogni etica professionale che imporrebbe almeno un minimo di terzietà come giornalista conduttrice del programma, si è sfacciatamente e livorosamente schierata con Travaglio nel cercare di colpire e infamare Matteo Renzi, con l’unico risultato di fare una figura pellegrina e di rischiare un malore per la bile repressa. D’altronde la Gruber fa parte di quelli intellettuali di sinistra “capalbiana” da salotto che, come diceva Giorgio Gaber, amano i poveri ma passano le vacanze sullo yacht…. di De Benedetti!

Alberto Baccini Italia viva Lucca

Francesco Colucci Riformisti



 

 

 

 

 

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