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sabato 30 novembre 2019

Elezioni Regionali Toscane 2020: Eugenio Giani Presidente


 “Italia Viva di Lucca e i suoi Territori” prende atto con grande piacere che il Partito Democratico proporrà ai suoi alleati di scegliere Eugenio Giani come candidato Presidente per la Regione Toscana. 
Una decisione coraggiosa presa all’unanimità dalla direzione regionale toscana del Partito Democratico.

Eugenio Giani ha un lunga e positiva esperienza di amministratore pubblico. Ha indubbie doti di grandi umanità, di profonda cultura, di grande conoscenza delle problematiche della Toscana e delle sue genti.
Giani, che ha presieduto in questi ultimi anni, con rispetto di tutti, il Consiglio Regionale Toscano, ha lunga partecipazione politica fin da giovane anche in Provincia di Lucca e poi a Firenze, prima nel PSI di Sandro Pertini per approdare, dopo la diaspora socialista, al PD, dove tutt’ora milita.

“Italia Viva di Lucca e i suoi Territori” esprime fin da ora il suo massimo appoggio a questa positiva candidatura e dopo la sua conferma negli incontri con le altre forze politiche progressiste, non farà mancare all’amico Eugenio il suo sostegno convinto e fattivo, per il successo di una politica ed di un uomo che certamente porterà novità, entusiasmo e vivacità alla futura gestione delle Regione Toscana, che dovrà essere di largo cambiamento negli uomini e nelle scelte.

Alberto Baccini, Coordinatore del Comitato “Italia Viva di Lucca e i suoi Territori”

Francesco Colucci, Promoter


mercoledì 27 novembre 2019

E-news 603, Matteo Renzi del 27 novembre 2019

Mi spiace disturbarvi per una Enews straordinaria

Ma quello che è accaduto ieri mattina all’alba costituisce un vulnus clamoroso nella vita democratica del Paese. Chi non reagisce oggi accetta che si metta in discussione il principio della separazione dei poteri che è una colonna del sistema democratico occidentale. E lascia che siano i magistrati a decidere che cosa sia un partito e cosa no. All’alba, centinaia di finanzieri hanno perquisito decine di persone perbene “colpevoli” solo di aver contribuito in modo trasparente e legittimo alla Fondazione OPEN (la fondazione che ha organizzato fino al 2017 la Leopolda). Tutti bonifici, tracciati, verificabili, dichiarati. In molti casi finanziamenti di anni fa, quando io ero sindaco. Due magistrati di Firenze, Creazzo e Turco, decidono di fare questa “retata” contro persone non indagate. Perché? Perché secondo loro OPEN non è una Fondazione ma un partito. E come partito ha regole diverse. Ma chi lo stabilisce? E i perquisiti come potevano saperlo? La Fondazione ha uno statuto, un cda, dei revisori, rispetta le regole delle fondazioni.

Ci sono migliaia di fondazioni con politici in Italia: Open è tra le pochissime che rispetta tutte le norme sulla trasparenza. Perché due magistrati possono “trasformare” una fondazione in un partito solo allo scopo di indagare per finanziamento illecito ai partiti? E soprattutto: in democrazia CHI decide che cosa è partito e cosa no? Un magistrato? Ma stiamo scherzando? Siamo o non siamo un Paese in cui vige la separazione dei poteri? I partiti devono rispettare le leggi, le fondazioni devono rispettare le leggi, i cittadini devono rispettare le leggi. I magistrati vigilano sul rispetto della legge. Ma non possono cambiare la legge o fondare partiti in conto terzi: questo non è loro compito. Dire che io ho fondato Open come partito diventa una giustificazione per indagare alcuni e perquisire tutti. Attenzione: nessun equivoco! Io non sto attaccando l’indipendenza della magistratura, ma sto difendendo l’indipendenza della politica.

Se fondo un partito, lo decido io, non un magistrato. Altrimenti è in discussione il gioco stesso della democrazia. Io credo nella giustizia. Chiediamo garantismo contro il giustizialismo. Certo, c’è anche questo. Ma non è di Beccaria che stiamo parlando. Questa indagine attacca i principi di Montesquieu, non (solo) quelli di Beccaria. Aspetteremo le indagini con la libertà di chi conosce la verità. Ma contemporaneamente porteremo a tutti i livelli istituzionali lo sconcerto di chi vede messo in dubbio una colonna del sistema istituzionale con due magistrati che invadono il terreno della politica decidendo che cosa è partito e cosa no. E creando le condizioni perché chiunque possa definire partito, un domani, una Srl o un’associazione. Persino una bocciofila.

Il capogruppo di Italia Viva al Senato ha chiesto di calendarizzare con urgenza una discussione su questo tema perché è in gioco l’autonomia della politica. Non vedo l’ora di intervenire sul punto. Inutile dire che il primo effetto di questa vicenda sarà l’azzeramento di tutti i contributi di aziende a Italia Viva. Noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti, questa indagine ha abolito il finanziamento privato a Italia Viva. Peccato, è un bel danno. Ma sono il primo a suggerire alle aziende di stare lontano da me: solo chi ha sprezzo del pericolo può finanziarci come azienda oggi.

Chiedo un aiuto invece a chi può darci una mano con i piccoli versamenti: 5€, 10€, 100€. Fino a queste cifre non dovrebbero perquisirvi. Almeno mi auguro.

Ovviamente si va avanti.

1. Oggi sarò a visitare le aziende della plastica. Se vogliamo combattere l’inquinamento investiamo nell’economia circolare senza alzare le tasse. E iniziamo da gestire bene i rifiuti a cominciare da Roma. Altro che aumentare le tasse!

2. Al termine farò una conferenza stampa. Poi domani sarò al Post Tg2. Se qualcuno pensa di intimorirmi, ha sbagliato persona. Farò più TV del previsto. Più radio del previsto. Più social del previsto.

3. Sabato, domenica, lunedì, parleremo di Italia Shock a Bologna, Pistoia, Milano. Dobbiamo sbloccare i cantieri, questa è la sfida.

Un sorriso,
Matteo


lunedì 25 novembre 2019

Matteo Renzi: E-news 602 del 25 novembre 2019



Buongiorno a tutti!
Bentrovati con l'Enews 602.

ItaliaShock: sblocchiamo i cantieri ADESSO! Ciò che è accaduto ancora ieri in Italia, tra crolli e allagamenti, dimostra che la priorità di questo paese è lo sblocco dei cantieri. Ci saranno sempre alluvioni, terremoti, frane ma senza un reale investimento sulla prevenzione i danni saranno sempre più ingenti. Per questo, il Governo deve ripristinare “Italia Sicura” la struttura che noi avevamo voluto a Palazzo Chigi, allora guidata da Erasmo d’Angelis, inspiegabilmente chiusa. E soprattutto serve il Piano #ItaliaShock che per noi è davvero la priorità assoluta di questo Paese. Abbiamo 120 miliardi fermi e bloccati, di cui 25 sul dissesto idrogeologico: non mi darò pace finché non saranno spesi. Prendiamo commissari, facciamo procedure d’emergenza ma interveniamo subito. Dopo gli eventi di Torino e Catania sarò sabato a Bologna, domenica a Pistoia, lunedì a Milano per parlare di ItaliaShock, di Italia Viva. Per me questo tema è ormai una vera e propria ossessione: mi sembra l’uovo di Colombo e non capisco perché ci sia ancora chi lo blocchi. Se sblocchiamo i cantieri cambia tutto: per il territorio, per il PIL, per i posti di lavoro. Per l’Italia. Qui trovate una breve presentazione che vi prego di far girare fra i vostri amici. Coinvolgiamo quante più persone possibili nella battaglia per lo sblocco dei cantieri. Far diventare questa la priorità del Paese è l’obiettivo politico culturale e morale dei prossimi mesi.

Per il resto:
1. In America si candida Michael Bloomberg. È stato un sindaco fantastico, adesso lo misureremo come candidato. Io ripeto il concetto: per me si vince al centro. E sono molto curioso di vedere come andrà a finire.

2. È la giornata che richiama tutti a una maggiore attenzione alla lotta contro la violenza sulle donne. Qui trovate un pensiero della Ministra Elena Bonetti che vi prego di leggere, e qui la campagna di Italia Viva.

3. ILVA. Finalmente è chiaro che il problema oggi è la strategia di Mittal, stranamente difesa con le unghie e coi denti da alcuni politici e altri esponenti dell’establishment italiano. Il Governo deve avere la forza di imporre il rispetto delle regole e dei contratti firmati e tutti - maggioranza e opposizione - devono aiutare l’Esecutivo.

4. Mercoledì sarò in Emilia Romagna a visitare alcune aziende della Plastic Valley. Se vuoi combattere l’inquinamento non devi alzare le tasse: devi favorire l’economia circolare. Noi abbiamo alcuni esempi di eccellenza assoluta e l’Italia - grazie ai giganti come ENI, Enel e Snam e alle strutture private - potrebbe agevolmente diventare la Silicon Valley dell’economia circolare. Ma, per essere credibili, anziché tassare e tartassare i cittadini, iniziamo a smaltire i rifiuti, cominciando da Roma. I rifiuti sono una ricchezza, la materia prima per il riuso e il riciclo: solo noi italiani buttiamo via soldi pagando per portare i rifiuti all’estero. Anziché mettere tasse sulla plastica, facciamo gli impianti per riciclarla e trasformarla.

5. Italia Viva continua a crescere. Abbiamo approvato lo statuto e ora possiamo darci una organizzazione meno improvvisata. Chi vuole darci una mano si faccia sotto: aderendo alla nostra Casa, sostenendoci con piccole donazioni, criticandoci con idee e proposte. Le cose stanno andando meglio del previsto. Ma ancora non basta: tanta gente sta cercando una casa fresca e innovativa. E quella casa siamo noi.

Pensierino della sera
Ho letto di recente, sul quotidiano francese "Le Monde", un articolo che parla dei lavori al Villaggio Olimpico per Parigi 2024. Quando vedo gli articoli sulla stampa internazionale spiegare che meraviglia saranno per Parigi le Olimpiadi 2024, penso a Roma e mi mangio le mani. Per colpa di questa amministrazione Roma e l’Italia hanno sprecato un’occasione unica. Tristezza.


Un sorriso,
Matteo






domenica 24 novembre 2019

Matteo Renzi e le Sardine: nuova speranza per il nostro Paese



Fino a poco tempo fa sembrava inevitabile che Salvini, con le sue menzogne e la sua odiosa violenza verbale travolgesse la Democrazia Italiana e ottenesse i pieni poteri, da novello Dux.

La situazione sta velocemente mutando e due fatti nuovi danno speranza che il Sovranismo salviniano possa essere sconfitto: Il ritorno in campo di un Leader politico come Matteo Renzi, libero dai laccioli del PD e la nascita di un forte movimento giovanile spontaneo detto delle Sardine.

Per la democrazia Italiana è fondamentale aver ritrovato un apprezzato Statista Europeo come Renzi, impegnato a realizzare una nuova area politica di centro, riformista e moderata, socialmente schierata, che sappia attrarre i settori moderati ma sinceramente democratici del Paese, dall’abbraccio mortale di Salvini.

Come esaltante è che le giovani generazioni che sembravano aver perduto la voglia di partecipare alla vita politica, associativa, gestionale di questo Paese, si siano svegliate e siano scese in piazza a difendere la democrazia Italiana, senza bandiere e senza divisioni.

La partita Italia è tornata in gioco, con Matteo Renzi a gestire le difficili ed anguste vie della politica Italiana ed Europea e le giovani generazioni in piazza per riappropriarsi del diritto alle proprie scelte e al proprio futuro come furono gli esaltanti movimenti giovanili del ‘69 e del 1977, che cambiarono l’Italia.

Schierarsi ora è d’obbligo, non si può stare a vedere e “Italia Viva” è lo strumento nuovo che può cambiare in meglio, presto e bene, l’orizzonte politico Italiano.

Dateci una mano, date una mano al vostro futuro.

Francesco Colucci, riformisti toscani x Italia viva di Lucca e i suoi Territori




venerdì 22 novembre 2019

E-news 601, venerdì 22 novembre 2019 di Matteo Renzi


Buongiorno a tutti!

Ben trovati con l’Enews 601. Scusate il ritardo. Cerco di farmi perdonare con una enews molto rapida

1. L’Italia stava crescendo. Poi è arrivato il governo giallo verde e ha bloccato tutto. Questo intervento del professor Marco Fortis, tenuto durante il nostro evento di presentazione del Piano Shock per rilanciare l'economia italiana, spiega benissimo la situazione. Anziché continuare con le polemiche di tutti i giorni abbiamo provato a lanciare un'idea: sblocchiamo i cantieri. Scuole, treni, dissesto idrogeologico, depuratori, aeroporti, tutto! Sappiamo come si fa visto che lo abbiamo fatto per Expo e per Pompei. Commissariamo tutto, velocizziamo tutto. Il piano Italia Shock è la più grande possibilità per l’Italia del 2020. Vale 120 miliardi di euro. Qui trovate un'intervista al Corriere della Sera su questo, qui un video della mia intervista a "Uno Mattina" durante la quale parlo del piano. Ne riparleremo anche nelle prossime settimane. Intanto, per chi vuole, si può firmare la petizione per chiedere di riprendere il lavoro del Piano di opere per il contrasto al dissesto idrogeologico.

2. Le primarie dei democratici americani sono sempre più confuse. Io la penso come il Presidente Obama: contro Trump non vincerà chi radicalizza lo scontro interno ma chi avrà un profilo più riformista. Si vince al centro insomma. Anche per questo, tra i tanti, va tenuto d’occhio il sindaco Pete Buttigieg, che ho avuto il piacere di conoscere a Chicago due anni fa proprio alla fondazione Obama.

3. Emmanuel Macron ha detto che la NATO vive una condizione di morte cerebrale. Dopo quello che i turchi hanno fatto ai curdi (ricordate il collegamento con Kobane che ha aperto la Leopolda 10?), senza che la NATO abbia detto alcunché, anche io la penso come il Presidente francese. Mi colpisce il silenzio della comunità internazionale su questo tema.

4. A Roma si litiga sull’emergenza rifiuti. Non è una novità purtroppo e le polemiche tra gli enti territoriali preposti allo smaltimento sono il simbolo di una tragedia politica senza fine. Una sola considerazione: inutile far finta di fare gli ambientalisti se non si smaltisce l’immondizia. Anche perché l’immondizia potrebbe oggi regalare soldi e posti di lavoro attraverso piccoli investimenti in impianti che valorizzino l’economia circolare. Dai rifiuti recuperiamo acqua, idrogeno, gas, di tutto! Se vogliamo essere davvero autenticamente amici dell’ambiente bisogna essere seri, fino in fondo: non si deve usare l’ambiente come scusa per mettere tasse sulla plastica insomma (sarò in alcune aziende emiliane mercoledì prossimo proprio per questo) ma aiutare la trasformazione delle aziende per aumentare il riciclo e il riuso. Davanti ai problemi dell’inquinamento, il populista usa slogan e alza le tasse, il politico smaltisce i rifiuti e investe nell’economia circolare. Qualcuno ha dei dubbi?

5. Un bravo giornalista, Paolo Borrometi, ha scritto un libro su un altro giornalista, Antonio Megalizzi, giovane europeista ucciso in un attentato dagli estremisti islamici. Chi può, semplicemente, lo legga. E ne uscirà con più fiducia verso i giovani europei e verso i giornalisti.
Un sorriso,

Matteo

P.S. sono stato ospite a Porta a Porta e a Uno Mattina. Sabato pomeriggio, alle 17.45, sarò alla festa de "il Foglio" a Firenze. Lunedi sarò da Nicola Porro su "Quarta Repubblica". Sabato 30 novembre, Italia Viva sarà in Emilia Romagna, domenica 1 dicembre recuperiamo l'evento di presentazione a Pistoia, lunedì 2 dicembre saremo a Milano.




giovedì 21 novembre 2019

Riunione di Italia Viva di Lucca e i suoi Territori

Lunedì 25 novembre alle ore 20 si ritroveranno gli iscritti e i simpatizzanti di Italia Viva di Lucca e i suoi Territori presso la Pizzeria Da Francesco in via Cavour a Lucca.
Una discussione conviviale sulle iniziative che Italia Viva prenderà nella Lucchesia e nella Valle del Serchio nelle prossime settimane, introdotta da Alberto Baccini, che è il Coordinatore di questo Comitato.
La riunione è aperta anche ai simpatizzanti che vogliano informarsi e partecipare, pur non essendo ancora iscritti, purché ne diano comunicazione per ragioni di spazio nel locale.
Il programma in discussione è molto ampio, vario ed articolato e grande è l'entusiasmo e molte le aspettative per questo nuovo Partito per riaccendere la passione politica in una città e in un territorio che ne ha certamente un grande bisogno. 
Per prenotarsi su whatsupp 3480533233


martedì 19 novembre 2019

Matteo Renzi: Intervista di Maria Teresa Meli, Corriere della Sera, 19 novembre 2019

In un'intervista al Corriere, Matteo Renzi chiede a Giuseppe Conte di sostenere il suo piano sblocca-cantieri, ricorda quando i grillini urlavano «slogan di morte» contro di lui e accusa il Pd di aver presentato più emendamenti della Lega alla manovra e dice no alle elezioni anticipate: se una parte del Pd le vuole significa che è «autolesionista».
Senatore, Italia Viva chiede che il progetto sullo sblocco dei cantieri diventi un decreto. Vi state sostituendo al ministro dell'Economia o a quello delle Infrastrutture?
«No. I ministri noi li aiutiamo, non li sostituiamo. Ma soprattutto vogliamo aiutare il Paese. La situazione italiana è seria: la crescita zero fa male alle aziende e fa crescere il rapporto debito/Pii. Noi proponiamo di sbloccare i 120 miliardi di euro che sono fermi nei cassetti attraverso l'utilizzo di procedure straordinarie come abbiamo fatto a Milano con l'Expo. Il modello Expo ha rilanciato Milano, il modello Expo può rilanciare l'Italia. Ma non c'è un secondo da perdere, serve uno shock. Con noi il Pil cresceva, adesso è a zero. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi».

Il Pd dice che questi 120 miliardi non ci sono.
«Ho fatto quattro manovre: tre leggi di bilancio e il decreto legge sugli 80 euro. E dunque conosco i numeri. Sono pronto a un duello all'americana, in TV o in un centro studi, con chiunque dica che manchino i soldi. Rilanciare le infrastrutture, sbloccando i cantieri, è oggi emergenza nazionale. Dovremmo evitare polemiche tra partiti e dare tutti una mano. Gli italiani vogliono tranquillità, non l'estremismo di chi esaspera lo scontro. Per questo sogno di ottenere non la maggioranza ma l'unanimità sul testo che Italia Viva sta predisponendo per il progetto Italia Shock. Perché tutti sono d'accordo a parole con l'esigenza di sbloccare i cantieri. Ora che finalmente qualcuno propone un decreto, nessuno può tirarsi indietro. I soldi ci sono, serve la volontà. Italia Viva risponde presente. Gli altri?».

È possibile che non ci sia un piano contro le alluvioni?
«La prima cosa che ha fatto il mio governo è stata creare una unità di missione contro il rischio di dissesto idrogeologico. La prima cosa che ha fatto il governo gialloverde è stata chiudere questa struttura. Qualcosa vorrà pur dire. Noi proponiamo di rilanciarla adesso. Perché se gli interventi già finanziati fossero stati conclusi non avremmo avuto i danni di questi giorni, a cominciare da Venezia col Mose. Non è vero che il Mose non serve a niente. Chi lo dice parla senza cognizione di causa. Costa molto, ci sono stati scandali, siamo in ritardo: vero. Ma chi può affermare che sia inutile? Le opere servono e la qualità ingegneristica italiana è di prima qualità. Il livello di precipitazione dell'acqua di questi giorni a Firenze è paragonabile a quello del 1966 ma gli interventi successivi alla grande alluvione hanno abbassato il pericolo. Del resto se non fosse entrato in funzione lo scolmatore di Pontedera e la cassa d'espansione della Roffia — che hanno deviato cinque milioni di metri cubi di piena — avremmo avuto Pisa distrutta. Quando saranno attive tutte le casse di espansione non ci saranno più notti insonni sull'Arno temendo esondazioni. Le opere pubbliche servono. Anziché discutere invano della loro utilità, io dico: finiamole! Servono, danno lavoro, finiamole!».

Conte invita a ragionare in termini di maggioranza ma voi non lo seguite.
«Ma scherziamo? Questa proposta arriverà in tutti i comuni, alle associazioni di categoria, ai sindacati: perché è un'idea che serve all'Italia. Fossi il premier cercherei di valorizzare le idee di Italia Viva. Ho visto oggi che Conte chiede l'aiuto dei parlamentari di maggioranza per evitare l'aumento di tasse, a cominciare da quello folle sulle auto aziendali. Ben fatto, bravo. Quando lo dicevamo solo noi, in beata solitudine, ci consideravano i pierini della maggioranza. Ora lo chiede anche il premier. È il destino dei pionieri: prima ti attaccano, poi ti seguono. Era accaduto anche per l'Iva, accadrà così anche sullo sblocco dei cantieri. Le buone idee vincono. Sempre. Quindi: bene così».

Convincerà anche Salvini?
«A parole anche la Lega dovrebbe essere d'accordo. Poi vedremo i fatti. Certo, la vera sfida sarà culturale. Per me la leadership in politica si misura anche dalla capacità di dettare l'agenda. Salvini ha ipnotizzato il Paese da oltre un anno facendo credere che l'unico problema fossero i migranti. Per me non c'è una emergenza migranti ma c'è un'emergenza crescita. E Italia Viva ha l'ambizione di strappare alla Lega la capacità di dettare l'agenda. Il piano Italia Shock sarà la priorità dei prossimi mesi, sono pronto a scommettere. Abbiamo bisogno di aprire i cantieri, non di chiudere i porti».

Che succederà se un emendamento di Italia Viva sarà approvato con i voti dell'opposizione?
«Spero che si possa fare un accordo di maggioranza blindato. Altri parlano con le opposizioni. Se Quota 100 rimane è perché lo vogliono Lega e Cinque Stelle. E gli emendamenti alla manovra presentati dal Pd sono quasi mille, più di quelli della Lega, mentre noi siamo a quota 200. Dunque mi sembra di poter dire che i problemi alla maggioranza non stiano venendo da Italia Viva. Noi portiamo idee, non polemiche; soluzioni, non problemi».

Dopo la manovra secondo lei il Governo avrà bisogno di una verifica, di un tagliando?
«Verifica, tagliando: mi sembrano espressioni vecchie, da prima repubblica e comunque il tema non mi riguarda. Noi di Italia Viva pensiamo che dopo la manovra serva il Piano Italia Shock per sbloccare i cantieri, non il rimpasto. Perché se sblocchiamo i cantieri l'Italia riparte. Tutto il resto appartiene al mondo del politichese, lontano dalla realtà. Pensiamo a far crescere i posti di lavoro piuttosto che a far crescere i sondaggi».

Il caso Ilva dimostra che è impossibile governare con i 5S?
«Il caso Ilva dimostra che è stato un errore fare una gara accettando che per qualche milione di euro in più vincesse il progetto peggiore, come dicono i risultati della gara. Chi in questi giorni ha difeso Mittal con toni superficiali e populisti dovrebbe ricordare che un Paese serio protegge i posti di lavoro, non le speculazioni internazionali. Poi non ho bisogno di Ilva per dire quanto la mia idea di politica industriale sia diversa dai grillini. Mi sono preso gli insulti per tenere quella fabbrica aperta negli anni del mio governo, dal 2014 al 2016, e i grillini stavano in piazza a gridare slogan di morte contro di me e contro i miei collaboratori. Ma il problema di questi giorni si chiama Mittal, non Patuanelli. Chi dice il contrario mente. E del resto qualcuno, nel 2017, lo aveva detto chiaramente. Ora comunque bando alle polemiche: proviamo a salvare il salvabile. Poi racconteremo la vera storia di questi anni a Taranto».

Il Pd è pronto alle elezioni. E Iv?
«Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri. E come se non bastasse significa lasciargli Emilia, Toscana e Lazio. Può darsi che questa sia la decisione autolesionista di parte del gruppo dirigente del Pd. Ma non credo sia l'interesse degli elettori del Pd, oltre che dei cittadini italiani. Noi siamo nati pronti e non ci fa paura nulla. Ma faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista. Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà».


giovedì 14 novembre 2019

Renzi: a Torino un piano shock x rilanciare l'economia


 Intervista a Matteo Renzi, di Francesco Bei, la Stampa - il Secolo XIX, 13 novembre 2019

Senatore Renzi, venerdì a Torino, alla prima iniziativa nazionale di Italia Viva, annuncerà «misure choc» per l'economia. La legge di Bilancio è insufficiente?
«La Legge di Bilancio ha evitato l'aumento dell'Iva. E dunque è un passo in avanti. Considero poi positive le misure su sanità e famiglia. Ancora c'è da lavorare per evitare qualche microbalzello che sembra più una impuntatura ideologica che non una reale necessità. Ma il punto è che non basta. Come sanno gli economisti, le previsioni segnano burrasca in arrivo. E dobbiamo essere capaci di rilanciare subito».

Dove trovare i soldi? Gualtieri ha già fatto i salti mortali per evitare l'aumento dell'Iva...
«Può sembrarle un paradosso ma per questo piano choc l'Italia non ha un problema di soldi. Nei prossimi anni ci saranno enormi flussi finanziari per investimenti e infrastrutture, a maggior ragione in tempi come questo di rendimento negativo. Per la parte pubblica i soldi sono già stanziati e anche la disponibilità finanziaria privata non manca. Il problema è sempre quello: i progetti non partono, sono bloccati. Abbiamo lavorato duro e abbiamo predisposto un piano più ambizioso di quello tedesco: 120 miliardi nel prossimo triennio. Dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, energia, treni, strade, porti, aeroporti, piano casa, periferie: sblocchiamo tutto. Semplifichiamo le regole in via straordinaria, con il controllo dell'Anac come abbiamo fatto per l'Expo a Milano. Questo serve all'Italia, non la tassa sulle auto aziendali».

Nel Paese delle 4 mafie non è un grosso azzardo procedere saltando le regole ordinarie?
«Non propongo di saltare le regole, ma solo per questo piano choc di seguire regole più semplici. Siamo in emergenza. E i danni si misureranno in crisi aziendali, in posti di lavoro, in fuga dei capitali. Siamo ancora in tempo per intervenire, ma va fatto subito, nei primi mesi del 2020. Dopo sarà troppo tardi. La nostra storia di governo dimostra che si può fare un ottimo codice degli appalti, ma anche correre in corsia preferenziale come abbiamo fatto a Milano per l'Expo e a Pompei per gli scavi. Attraverso il brillante lavoro dell'allora commissario Nistri, oggi Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, e del sovrintendente Osanna, adesso Pompei fa notizia per il flusso di visitatori mentre prima faceva notizia per i crolli. Quando c'è la pax burocratica gli italiani sono bravi a fare le cose: guardate come è andata con il ponte di Genova»

I grillini hanno fatto le barricate contro lo Sblocca Italia, come pensa di convincerli?
«Non li devo convincere. Per la ricostruzione del Ponte Morandi anche loro hanno operato con procedure straordinarie. E poi mi piacerebbe che sul progetto choc per il Paese ci ritrovassimo tutti uniti, maggioranza e opposizione».

Lei propone un piano triennale mentre il governo sembra già arrivato a fine corsa...
«Un grande progetto di rilancio infrastrutturale può essere un elemento unificante per il governo e può incontrare anche il sostegno dell'opposizione. Perché questo è l'unico modo per evitare la recessione. Voglio vedere chi ha il coraggio di opporsi...».

Nel frattempo però Ilva è diventata il simbolo di un Paese bloccato da poteri in conflitto tra loro: magistratura, governo, partiti. C'è un modo per uscirne o è troppo tardi?
«Se credi nella politica c'è sempre un modo per uscirne. Quando cinque anni fa con Andrea Guerra, Federica Guidi, Teresa Bellanova abbiamo iniziato i nostri viaggi a Taranto, quella città sembrava morta. Nessuno credeva alla bonifica e al salvataggio di Ilva, figuriamoci al resto. Adesso le bonifiche sono iniziate, il quartiere Tamburi vede gli investimenti sulle scuole, il Museo MARTA è stato rilanciato, sul porto si fa sul serio. Abbiamo fatto queste scelte prendendoci gli insulti e sentendoci dire che ammazzavamo i bambini appena entravamo in prefettura. E mi lasci dire: nel silenzio della classe dirigente di questo Paese che si è svegliata tutta insieme, solo nelle ultime ore. Il signor Mittal è stato scelto in una gara del 2017: io dissi allora ciò che ripeto oggi. Non può pensare di prendersi il portafoglio clienti, chiudere un sito potenzialmente concorrente e andarsene. Perché la questione non è lo scudo penale oggi, la questione è perché Mittal è venuto a Taranto. Se davvero è in buona fede, una soluzione si trova».

Voi però con gli emendamenti sullo scudo penale sembrate intralciare il lavoro di Conte. Se la destra votasse il vostro emendamento il governo potrebbe cadere. E questo che volete?
«Al contrario: noi vogliamo togliere gli alibi. A tutti. Non parlerei di scudo penale ma di un principio semplice: chi inquina, deve pagare. Chi bonifica, deve essere aiutato. E questo non può valere solo per Taranto ma per tutte le città, da Piombino a Gela. L'immunità c'era, è stata cancellata dal Conte-Salvini. Se devo star dietro alle polemiche è un disastro: nei primi giorni siamo stati accusati di non aver rimesso l'immunità al Senato. Poi di volerla rimettere. Qualsiasi cosa facciamo c'è chi si diverte ad attaccare Italia Viva. Evidentemente hanno paura di noi».

È come se i partiti di maggioranza avessero smarrito la ragion d'essere del governo. Il suo ex partito vi accusa di concordare una linea nei vertici e poi smentirla subito dopo.
«Ma dai, per favore! Io mi batto da sempre per evitare che aumentino le tasse. E il Pd lo sa benissimo, non c'è bisogno di un vertice per capirlo. Ci sono i partiti NoTav, che io non apprezzo. E ci sono i partiti NoTax, come Italia Viva. Quanto al nervosismo di alcuni ex colleghi di partito è comprensibile: noi abbiamo un obiettivo che è quello di fare ai dem ciò che Macron ha fatto ai socialisti. Assorbirne il consenso per allargare al centro e alla destra moderata. Il disegno è dichiarato. E io penso che nei prossimi tre anni si realizzerà. Ovvio che i dem ci attacchino. Trovo tuttavia che sarebbe più produttivo se attaccassero Salvini anziché attaccare me. Questo vizio di colpire il Matteo sbagliato non è stato positivo in passato».

Il premier vuole organizzare un conclave per fare squadra. Lei ci andrà o manda Bellanova?
«Non ho ricevuto alcun invito. E peraltro ho preso l'impegno con i Cinque Stelle che non avrei partecipato ad alcun tavolo: loro hanno detto pubblicamente "faremo un governo purché Renzi non partecipi alle riunioni". E io volentieri assecondo questa richiesta. Dunque se ci sarà un ritiro per fare squadra non ci sarò io ma Italia Viva ovviamente sì. Pronti a dire la nostra, pronti a dare una mano».

Con Conte ha recuperato un rapporto? Vi sentite mai?
«Ci siamo sentiti lo scorso settembre, sull'Iva, quando il premier è stato così cortese da volermi spiegare la sua idea sull'aumento delle aliquote. Gli ho illustrato la mia contrarietà. E vedendo come sono andate le cose dico che Conte si è comportato bene, cambiando idea e aiutandoci a evitare l'aumento dell'Iva. Non ho alcun problema con lui, anzi mi auguro che faccia bene. Perché se fa bene lui, stiamo meglio tutti».

Giorgetti propone un patto per approvare insieme qualche riforma di sistema, a cominciare dalla legge elettorale. Lei sarebbe favorevole a un patto con Salvini?
«Sì. Le regole si scrivono insieme, sempre. Non so quale sia la legge migliore. Sono pronto al maggioritario, meglio se con ballottaggio ma in quel caso dovremmo tornare al monocameralismo. Sono pronto al sistema tedesco con sbarramento al 5%. L'unica proposta di legge che mi sembra assurda è quella di chi chiede il sistema spagnolo. Ormai Madrid è il modello di come le cose non funzionino, chiedere lo spagnolo oggi sembra quasi una barzelletta. Su tutto il resto ci siamo. E se Salvini è della partita è un'ottima notizia per lui, per noi e per le istituzioni».





martedì 12 novembre 2019

Matteo Renzi: news n.600 del 12 novembre 2019



E-news numero 600! Seicento volte nelle vostre caselle di posta elettronica ci dicono che questo filo diretto di dialogo e di condivisione non è episodico. E questo vuol dire molto. Grazie della vostra amicizia, della vostra pazienza, della vostra condivisione.

1. Legge elettorale Spagnola? Che assurdità!
Continua il caos spagnolo: quattro elezioni in quattro anni e ancora ingovernabilità. Ciò che sta accadendo a Madrid (e a Barcellona) mette in gioco l’idea stessa di democrazia decidente. E crea sempre più distacco tra chi gestisce la res publica e i cittadini. Dovremmo riflettere sul perché il caos spagnolo è un danno all’idea stessa di democrazia europea. Leggo, nel frattempo, che qualche buontempone in Italia propone di copiare la stessa legge elettorale spagnola. Giusto per essere certi dell’ingovernabilità. Lo hanno proposto davvero, non è una barzelletta. Quattro elezioni in quattro anni e noi li prendiamo come modello?

2. Abbattere i muri, costruire i ponti
Trent’anni dopo il crollo del muro di Berlino c’è ancora chi sogna un futuro di muri, protezionismo, chiusura. Italia Viva vuole essere il partito che più di ogni altro crede nella società aperta, che rivendica la globalizzazione, che esalta le possibilità del libero scambio per la nostra economia. Siamo orgogliosi di non essere sovranisti, di non essere protezionisti. E pensiamo che anche oggi sia il tempo di chi vuole abbattere i muri e costruire i ponti, secondo le profetiche parole di Giorgio La Pira.

3. Occhio al Sud America
Attenzione a ciò che sta accadendo in America Latina, attenzione-attenzione-attenzione. Dopo il disastro Venezuela, occhi puntati sul Cile prima, sulla Bolivia oggi. Intanto in Argentina, si chiude la presidenza Macri e, in Brasile, la liberazione di Lula può riaprire la sfida con Bolsonaro. La storia ci insegna che non dobbiamo mai sottovalutare la portata dei fenomeni di cambiamento che partono dall’America del Sud. Mai.

Quanto alla situazione politica e a Italia Viva
 - sulla Legge di Bilancio segnalo questa intervista a Gigi Marattin
 - sulla questione ILVA segnalo questa intervista a Teresa Bellanova (quante polemiche incredibili su Ilva… prima o poi con Teresa, Andrea, Federica, dovremmo raccontare la vera storia degli ultimi cinque anni contro le tante bugie dei populisti)

 - In generale, qui c’è il video della mia intervista a Linkiesta di sabato scorso a Milano.
 - qui i link per aderire a Italia Viva e sostenere il nostro progetto politico
Ma c’è un dato di fatto oggettivo. La situazione economica del Paese non è rosea.

Tutto ristagna. E il problema non è la legge di bilancio – su cui continueremo la nostra battaglia #NoTax – ma la situazione di incertezza sugli investimenti. 

Per questo do a tutti appuntamento a Torino, venerdì 15 novembre, alle ore 15.30 al Teatro dei ragazzi. Ci sarà anche la diretta Facebook.

E poi due lanci regionali (Sicilia e Toscana) che si preannunciano molto partecipati e dove sarò presente anche io insieme a Teresa Bellanova e Ettore Rosato

- Sabato 16 novembre, alle 16.00 a Catania (presso Le Ciminiere, Viale Africa 12)

- Domenica 17 novembre, alle 16.00 a Pistoia (presso il Pistoia Nursery Campus, Via Bonellina 116)

Siamo solo all’inizio, il meglio deve ancora venire. 
Non posso assicurarvi che sarà una sfida facile, ma posso garantirvi che sarà una sfida bellissima.

Un sorriso,

Matteo

P.S. Il clima di odio verbale e di intolleranza politica che è stato creato ha portato una signora quasi novantenne, senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz, a dover ricorrere alla scorta. Spero che Liliana Segre possa perdonarli. Perché non c’è altra cosa da fare: chi ha creato quel clima deve solo e soltanto chiedere perdono. E poi vergognarsi molto.




martedì 5 novembre 2019

Italia Viva appoggia l'iniziativa del Sindaco Bonfanti



“Lucca e i suoi Territori x Italia Viva” apprezza e fa proprio l’appello lanciato dal Sindaco di Pescaglia Bonfanti a difesa del popolo Curdo minacciato di genocidio.

“Il prossimo 30 maggio 2020 la Uefa, massimo organismo calcistico continentale, ha programmato di svolgere la finale di Uefa Champions League proprio ad Istanbul, nello stadio Olimpico Atatürk, nella capitale del paese responsabile dell’aggressione al popolo curdo – prosegue. Noi crediamo che lo sport sia un linguaggio universale di pace e comunione tra i popoli e che abbia la possibilità di farci uscire dagli schemi della violenza e delle discriminazioni. Lo sport, come ha detto il premio Nobel per la Pace Nelson Mandela, ha il potere di cambiare il mondo.

Per questi motivi condividiamo l’iniziativa del Sindaco Bonfanti e anche noi  facciamo appello  alla federazione italiana giuoco calcio Figc di agire sulla Uefa, affinché la finale di Champions League 2020 sia disputata in un’altra città”.
L’aggressione della Turchia, membro della NATO, in accordo con la Russia per sterminare i Curdi Siriani, non può essere dimenticata nell’oblio degli interessi politici ed economici gravitanti sugli Stati del Medio Oriente.

Se non possiamo fare altro, almeno isoliamo moralmente il colpevole Governo Turco, togliendo la Turchia dai riflettori che una Finale di Champions porterebbe loro in dono.

Alberto Baccini, Italia Viva